Storia dell'Arrampicata Sportiva

Le origini

Contrariamente a quello che si crede l’Arrampicata Sportiva è un prodotto made in Italy.

L'arrampicata sportiva è nata in Italia, a Torino, nel 1985, promossa da storici dell'alpinismo, alpinisti accademici, e professionisti, giovani arrampicatori attenti all'evoluzione degli sport della montagna.

A Bardonecchia, in Piemonte, nello stesso anno si svolse la prima gara internazionale sulle rocce naturali della Valle Stretta: la competizione denominata "Sportroccia '85", passata ormai alla storia di questo sport, riscosse un enorme successo.

Autori della vincente intuizione di Bardonecchia furono l’architetto Andrea Mellano e il giornalista Emanuele Cassarà.

Il primo, sulla scia del successo iniziale, nel 1987 divenne presidente della nascente Federazione Arrampicata Sportiva Italiana

IL PRESIDENTE fondatore:

Andrea Mellano, nato ad Asti, il 30/11/1934, architetto, giornalista pubblicista, accademico del CAI.

Nel 1985, con il giornalista storico dell'alpinismo Emanuele Cassarà e gli alpinisti Marco Bernardi e Alberto Risso, organizza la manifestazione "Sportroccia '85" introducendo nel mondo dello sport internazionale le gare d'arrampicata.

Nel 1987 con Marco Bernardi, Paolo Merli e Marco Mola, fonda la F.A.S.I., riconosciuta nel 1990 dal CONI come Disciplina Associata.

Il 5 luglio 1985 i più abili scalatori si diedero appuntamento in Valle Stretta, a Bardonecchia, per dirimere definitivamente la questione: chi fosse il più forte in parete, in un confronto che annullasse il rischio per esaltare la difficoltà.

L’anno successivo ad Arco prendeva vita la manifestazione che in breve sarebbe diventata cult, il RockMaster.

Le gare furono trasmesse in 7 paesi e furono seguite dal vivo da 10.000 persone.

Non male per uno sport che non aveva ancora compiuto un anno di vita!

Contemporaneamente in Francia, a Vaulx‐en‐Velin, un sobborgo di Lione, si teneva la prima gara indoor, gettando così le basi per un rapido sviluppo anche lontano dalle montagne.

Al momento della sua formazione la Federazione poteva contare poche centinaia d’iscritti, ma un padre nobile: Riccardo Cassin, tessera n. 1.


L’Arrampicata ci ha messo poco tempo ad imporsi come moda e come stile di vita; uno stile mutuato dall’alpinismo e declinato in ambito (e con gusto) prettamente sportivo.

Le arrampicate, che si svolgono sempre in assoluta sicurezza, hanno come scopo quello di arrivare più in alto su itinerari sempre più difficili, perché la base di questa disciplina è il confronto, diretto, appassionato, fino all’ultima presa, con se stessi e con gli altri.

Nel 2007, dopo 22 anni dalla prima gara di Bardonecchia, nasce la Federazione Internazionale (IFSC), anche in questo caso sotto l’egida italiana, infatti a presiedere l’istituzione che al momento della sua comparsa raccoglieva circa 50 membri, viene chiamato il piemontese Marco Scolaris.

Lo stesso anno l’IFSC è riconosciuta in via provvisoria dal CIO.

A Vancouver, in occasione delle Olimpiadi invernali, c’è stato il riconoscimento definitivo che ha aperto le porte all'inserimento di questa disciplina nella short list degli sport in predicato di entrare nel programma olimpico delle Olimpiadi 2020 alle quali parteciperà nel 2021 come sport dimostrativo presentando la “Combinata Olimpica”: una selezione dei migliori atleti del mondo in grado di ottimizzare le tre specialità.

La decisione al riguardo sarà presa soltanto nel 2013.

Attualmente fanno parte dell’IFSC 74 federazioni nazionali, in rappresentanza dei 5 continenti.

Nei primi mesi del 2011 la Federazione ha ottenuto il riconoscimento da parte del CIP di Disciplina sportiva paralimpica.

Da diversi anni, in base ad un protocollo d’intesa CONI e Ministero della pubblica Istruzione, l’arrampicata è entrata a far parte del programma di “alfabetizzazione motoria“ delle scuole primarie.

Si riconosce in questo modo il valore educativo di quello che è sempre stato il primo gioco per ogni bambino: arrampicare.

L’arrampicata è in crescita, nel mondo ed in Italia.

L'arrampicata sportiva si annovera tra gli sport più completi e severi perché richiede una rigorosa preparazione tecnica e psicofisica.

Il confronto aperto e leale tra gli atleti ha una carica agonistica coinvolgente altamente spettacolare.

Nata sulle rocce naturali, questa moderna disciplina si è diffusa e sviluppata, soprattutto a livello agonistico e didattico, sui "muri" artificiali allestiti in modo stabile o temporaneo nelle palestre ginniche, nei palazzetti dello sport e nelle scuole divenendo così una tipica attività sportiva urbana non più vincolata all'ambiente naturale in cui è nata.

In quasi tutti i paesi d'Europa, negli Stati Uniti e in Canada, in Sudamerica, in Asia (soprattutto in Cina, Giappone, Corea, Malesia, Indonesia, Iran) sorgono nei centri urbani numerosi impianti per l'arrampicata sportiva.

Anche in Italia, proposti dalle ditte specializzate, si stanno diffondendo le pareti artificiali che per la loro versatilità dimensionale possono essere installate in ogni spazio interno o esterno.

L'arrampicata sportiva nasce come nuova espressione culturale e tecnica dall'evoluzione dell'alpinismo e precisamente dalle scalate su terreno roccioso e verticale.

A differenza, tuttavia, dalle motivazioni dell'alpinismo, dove alla componente dello sport si aggiunge quella esistenziale, avventurosa, di ricerca e di conquista, l'arrampicata sportiva fonda i propri presupposti sulla assoluta sicurezza delle condizioni in cui si esercita: rocce di bassa quota e senza incognite ambientali; oppure strutture verticali e strapiombanti in palestre coperte e, soprattutto, con rigorosi punti fissi e ravvicinati di ancoraggio per le corde sempre controllate da un assistente dal basso, oppure, nel caso del bouldering, protette da appositi materassi per le cadute. 

La pratica dell'arrampicata sportiva permette la riscoperta del corpo, da parte di atleti o semplici amatori, e giustamente è stata definita atletica verticale.

Essa esalta infatti le risorse di ogni più riposto muscolo del corpo: tronco, spalle, bacino, membra superiori e inferiori, piedi e mani compresi.

Essa stimola inoltre le capacità psichiche, intellettive e di fantasia nell'azione di progressione sulla parete, alla ricerca funzionale di appigli per le mani e appoggi per i piedi e con l'ultima specialità entrata, la speed, ci completano la sfera di abilità e le caratteristiche di completezza che questo sport richiede.

 

Cos'è l'Arrampicata Sportiva

Viene definita Arrampicata Sportiva la disciplina sportiva individuale che consiste nell'arrampicata naturale (cioè senza l'ausilio di mezzi artificiali utilizzati per la progressione) a scopo principalmente agonistico; amatoriale e di educazione motoria, svolta sia su pareti naturali o artificiali lungo itinerari controllati dalla base, sia su blocchi opportunamente attrezzati.


La protezione con la corda e rinvii in parete (falesia o artificiale) è obbligatoria e deve rispondere a regole di assoluta sicurezza per l'incolumità dei praticanti.

Nell’attività sui blocchi, la cui altezza non deve superare quella stabilita dalle norme internazionali, la sicurezza deve essere garantita da materassi para cadute, posti alla base dei singoli tracciati.


I limiti di sviluppo in altezza degli itinerari attrezzati tracciati in parete, sia in gara che in allenamento e per la didattica, sono definiti dalla possibilità di assicurazione dell'atleta, amatore o allievo, da parte di un assistente (compagno o istruttore) che ha il compito di controllarne la progressione rimanendo alla base della parete sia nella arrampicata da primo di cordata (corda dal basso) sia in quella in moulinette (corda dall'alto).

Ai fini didattici e di allenamento, è ammessa l'assicurazione con recupero diretto dall'alto limitatamente al termine del primo tiro di corda come definito al punto seguente.


Lo sviluppo del tiro di corda unico è vincolato alla lunghezza standard delle corde per arrampicata sportiva esistenti in commercio e omologate; tale lunghezza deve comunque sempre consentire la calata con assicurazione dal basso oppure la calata in doppia per una sola lunghezza.


Ogni itinerario in parete dovrà offrire, nel caso della progressione da primo di cordata, tutti gli ancoraggi di protezione - placchette e catene - in posto, in modo da permettere all'atleta l'aggancio della corda di sicurezza mediante i rinvii.

La distanza tra gli ancoraggi fissati alla parete (sia essa naturale o artificiale) sono definite e deve essere tale da non consentire, nella progressione da primo di cordata, cadute libere di lunghezza maggiore di quelle previste per l'omologazione dei percorsi di gara.


Ai fini delle prestazioni sportive e della attività amatoriale e didattica, le condizioni relative all'ambiente e alla quota devono essere ininfluenti.
L'attrezzatura degli itinerari tracciati sulle pareti per l'arrampicata sportiva deve avvenire prevalentemente dall'alto, ove questo non fosse possibile è ammessa l'attrezzatura dal basso secondo i criteri di sicurezza dell'arrampicata sportiva.


Tutte le altre forme di arrampicata oltre il primo tiro di corda, comunque definite e praticate, anche se svolte su itinerari attrezzati con i criteri dell'arrampicata sportiva (cioè preventivamente protetti), non rientrano nelle finalità e nelle competenze della F.A.S.I. ed altrettanto ne' sono esclusi quegli itinerari, anche monotiri attrezzati che richiedono un approccio ed una esperienza tecnico-alpinistica.

 

La finalità della F.A.S.I.

La Federazione Arrampicata Sportiva Italiana è un'associazione apolitica e aconfessionale, che in Italia coordina e organizza l’attività didattica, agonistica ed amatoriale dell’Arrampicata Sportiva praticata sulla roccia e su apposite strutture nelle diverse discipline della Difficoltà, Bouldering e Velocità ed è costituita dalle Società o Associazioni che nell’ambito delle regole del dilettantismo e senza fini di lucro, ne propagano l’idea e ne realizzano gli scopi.

Le categorie

L'attività sportiva è suddivisa nelle seguenti categorie:

Preagonistica

Under 8 promozionale

Agonistica

Under 10, Under 12, Under 14, Under 16, Under 18, Under 20, Senior, Para e Special Climb.

Le prime gare:

Come si diceva, Sportroccia è stata la prima competizione internazionale di arrampicata sportiva e si è tenuta per quattro edizioni a Bardonecchia e Arco.

La prima edizione di Sportroccia è stata organizzata nel 1985 per iniziativa di Andrea Mellano, forte alpinista degli anni sessanta e membro del Club Alpino Accademico Italiano, e del giornalista e scrittore Emanuele Cassarà.

La giuria era composta da Riccardo Cassin, Oscar Soravito, Maurizio Zanolla e Heinz Mariacher.

La gara si disputava sulla Parete dei Militi in Valle Stretta vicino a Bardonecchia.

Il fatto che le gare si svolgessero sulla roccia e non su pareti artificiali (non ancora esistenti) poneva gli organizzatori di fronte a diverse problematiche:

  • sulla roccia venivano incollate delle bande colorate per delimitare le vie di gara e quindi gli appigli validi;

  • le vie non partivano sempre dal terreno ma anche da terrazzini sopraelevati raggiungibili con scale, per sfruttare una zona di roccia più adatta;

  • per rinnovare le vie tra una edizione e l'altra si ricorreva a scalpello e cemento.

Proprio per via di questi problemi le gare di arrampicata si spostarono progressivamente su pareti artificiali.

Nel 1986 l'evento venne diviso in due tappe: la prima ad Arco sulla parete del Colodri, la seconda a Bardonecchia.

Nel 1987 non è disputato Sportroccia. Ad Arco si è svolto invece per la prima volta il Rock Master, ancora su roccia e solo dall'anno successivo su parete artificiale.

Nel 1989 la competizione diviene una tappa della neo-nata Coppa del mondo di arrampicata 1989.

Nel 1985 e 1986 Sportroccia viene anche utilizzato per proclamare il Campione italiano, conferendo il titolo agli atleti italiani meglio piazzati.

Nel 2005 in occasione dei vent'anni dal primo Sportroccia si è svolto a Bardonecchia una convegno chiamato "1985-2005 Sportroccia vent'anni dopo Il futuro dell'arrampicata sportiva"

 

I vincitori delle edizioni:

Sportroccia 85 : la competizione si è svolta dal 5 al 7 luglio.

Migliori italiani in campo maschile: Roberto Bassi (7o), Andrea Gallo (8o).

Classifica Uomini : 1° Stefan Glowacz (Germ); 2° Jacky Godoffe (Fra); 3° Thierry Renault (Fra)

Classifica Donne: 1a Catherine Destivelle (Fra); 2a Luisa Iovane (Ita); 3a Martine Rolland (Fra)

 

Sportroccia 86: La competizione si è svolta dall'11 al 13 luglio.

La finale venne salita solo da Patrick Edlinger e si chiamava Caduta degli dei, 7c+.

Migliori italiani: Roberto Bassi (10o) tra gli uomini e Rosanna Manfrini tra le donne.

Classifica Uomini : 1° Patrick Edlinger (Fra); 2° Ben Moon (Eng); 3° Jacky Godoffe (Fra)

Classifica Donne: 1a Catherine Destivelle (Fra); 2a Lynn Hill (Usa); 3a Isabelle Patissier (Fra)

 

Sportroccia 88: La competizione si è svolta dal 15 al 17 luglio.

Nella manifestazione il padovano Leonardo Di Marino conquista il titolo di Campione Italiano

Classifica Uomini : 1° Didier Raboutou (Fra); 2° Jean-Baptiste Tribout (Fra); 3° Arnould T'Kint (Bel)

Classifica Donne: 1a Catherine Destivelle (Fra); 2a Isabelle Patissier (Fra); 3a Luisa Iovane (Ita)

 

Sportroccia 89 : La competizione si è svolta dal 14 al 16 luglio.

L'edizione 1989 di Sportroccia rappresenta anche la terza tappa della prima edizione della Coppa del mondo di arrampicata.

Migliore italiano in campo maschile: Nicola Sartori (4o).

Classifica Uomini : 1° Simon Nadin (Usa); 2° Jerry Moffatt (Usa); 3° Didier Raboutou (Fra)

Classifica Donne: 1a Nanette Raybaud (Fra); 2a Corinne Labrune (Fra); 3a Luisa Iovane (Ita)



Fonti: Wikipedia; sito e documenti FASI.